<<nel capitalismo il rapporto tra lavorazione e valorizzazione è di subordinazione della prima alla seconda e la funzione del lavoro concreto è di valorizzare il capitale, cioè "lavoro cristallizzato": "Non è l'operaio che utilizza i mezzi di produzione, ma sono i mezzi di produzione che utilizzano l'operaio". Nel capitalismo domina l'alienazione, il feticismo delle merci che appaiono alla coscienza come cose di per sé valorizzate. Ma alla coscienza sono nascosti i processi e i rapporti sociali della valorizzazione (cioè, lo sfruttamento della forza-lavoro). Avviene perciò una personificazione della cosa e una reificazione della persona.>> (Wikipedia)
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Ho fatto una specie di parafrasi:
Secondo il capitalismo la lavorazione è un processo che deriva dalla valorizzazione, ovvero si producono merci solo per venderle e ricavarne soldi. Non è l'operaio l'indispensabile per fare un lavoro ma il macchinario, rendendo il lavoro umano, e in genere gli operai, obsoleti e sostituibili.
Nel capitalismo la cosa più importante è la vendita del prodotto, con il relativo guadagno per il produttore, non il fatto che l'operaio possa permettersi un livello di vita degno di un uomo.
-ma alla coscienza sono nascosti i processi e i rapporti sociali della valorizzazione.-
nonostante i produttori salariati siano passati da qualche milione dai tempi di Marx a quasi due miliardi e mezzo di oggi, rimane difficile spiegare l'esistenza delle classi sociali.
bada bene: nessuno mette in dubbio che nel medioevo c'erano le classi, anzi vengono esaltate le differenze tra le classi di quel tempo, ma oggi?
tu sai che per produrre quel tuo pc ci vuole un sistema produttivo enorme?
milioni di uomini partecipano alla produzione del tuo pc.
da chi progetta la galleria per andare a scavare le materie prime a chi le scava.
dal meccanico che aggiusta il treno per far circolare le materie necessarie al tuo pc, ma anche il medico che cura quel meccanico se si ammala, e chi produce le medicine per quel meccanico.
ecco cosa c'è dietro alla produzione delle merci. miliardi di umani che lavorano socialmente.
eppure qualche volta ti sarà capitato di parlare con il tuo pc, ma non hai mai pensato a quanti saranno morti per produrlo.
la personificazione delle cose, arriva fino alla demenza di soggetti che dichiarano di amare la loro moto o auto.
la reificazione degli umani: quando il lavoro cala li chiamano esuberi!
cioè un un umano ad un punto viene definito in esubero, in piu!
Esattamente come un qualunque oggetto: diventare una cosa. era il termine usato da Marx in questo caso.
vieni usato finché servi per il profitto e poi diventi in piu.
ma nel frattempo il tuo padrone dichiara di sentire la "sua azienda " come una famiglia.
te no! te sei in esubero!
quanti sono nel mondo gli "umani in piu"?
oltre 200 milioni .
e poi parlano di sprechi i nostri padroni.
quello è il vero spreco!
Nelle società preindustriali, precapitalistiche, la produzione e il consumo erano regolati dal dono di rivalità , o dalla produzione per i propri bisogni; solo le eccedenze erano scambiate, oppure avveniva una distribuzione diretta, tradizionale o autoritaria, come negli imperi antichi.
Nella società capitalista la merce invece è un prodotto destinato fin dall’inizio alla vendita, al mercato (e poco cambia se è un mercato regolato dallo Stato).
Non conta l’utilità del prodotto, ma solo la sua capacità di essere venduto e di trasformarsi, con la mediazione del denaro, in qualche altra merce.
Ad un valore di uso si accede, dunque, solo tramite la trasformazione del proprio prodotto in valore di scambio, cioè in denaro.
Una merce, in quanto merce, non è definita dal lavoro concreto che l’ha prodotta, ma è una mera quantità di lavoro astratto (“dispendio di cervello, muscoli, nervi, mani ecc.”), cioè di semplice tempo di lavoro speso per produrla.
Ne deriva un grande svantaggio: la produzione non viene regolata dagli uomini in base ai loro bisogni, ma è il Mercato che regola la produzione dopo che la merce è stata prodotta, cioè in base ai suoi bisogni che sono la sua capacità di essere venduta e di trasformarsi, con la mediazione del denaro, in qualche altra merce.
Non è l’uomo il soggetto della produzione, ma il Valore della merce in quanto “soggetto automatico”.
La Merce separa la produzione dal consumo e subordina l’utilità o dannosità concreta di ogni prodotto (materiale o immateriale) alla questione: quanto lavoro astratto, rappresentato nel denaro, essa è capace di realizzare sul mercato?. E con questo è spiegato cosa intende Marx per Feticismo della Merce.
In estensione, il denaro è a sua volta Merce perché in grado di autoprodurre altro Valore, fittizio, ma ancora Valore.
Infatti oggi i titoli di debito, azioni, i famigerati derivati, ecc. non sono legati a un reale valore di oggetti materiali o immateriali, ma a una "promessa di pagamento di valore".
Si capisce perciò che prima o poi il sistema collassa.
il senso e' che nel capitalismo si producono merci solo per produrle, non perche' possano servire all'uomo. Cioè il potenziale produttivo uscito fuori dalla rivoluzione industriale, non è utilizzato dall'uomo per vivere meglio, ma al contrario utilizza l'uomo per proddurre la merce avende come fine non l'uomo ma la merce.
L'obiettivo quindi del capitalismo, è aumentare il valor di scambio, trarre profitto... e questo lo si puo' fare soltanto se le condizioni dell'uomo, del lavoratore, sono misere, con un salario da fame...