Cartesio si propose di dare una soluzione definitiva alla posizione degli antichi Scettici greci che avevano affermato che non si può essere certi di niente, nemmeno della nostra esistenza, e che la conoscenza dell'uomo è un'illusione. Cartesio decise di scoprire una volta per tutte se lo Scetticismo è una posizione logica e valida o se è un errore perché la conoscenza certa della realtà è possibile all'uomo. Decise di dubitare tutto ciò che conosceva e di accettare soltanto ciò di cui poteva esserne assolutamente certo. Osservando il sole, dimostrò a se stesso che i sensi ci ingannano. Il sole appare piccolo, mentre in realtà è molto più grande della terra. Allora concluse che la conoscenza dei sensi è falsa e deve essere esclusa, che gli Scettici avevano ragione. Poi considerò le cose che pensa con la sua mente matematica (Cartesio era un matematico). Come possiamo essere sicuri che 2 + 2 fa 4, si chiese? A quel punto, Cartesio arrivò alla sua certezza più assoluta. QUALCUNO deve pensare i suoi pensieri di dubbio, quindi quel QUALCUNO deve esistere.
Cosa pensate del modo in cui Cartesio ha "provato" che possiamo essere certi che esistiamo e quindi possiamo essere certi di ciò che conosciamo perché possiamo pensare?
Update:X iebitas – X Яoss -- X Travestocchia -- Allora, è vero o non è vero che sono i sensi, e non il pensiero, su cui dobbiamo basarci per essere certi di conoscere la realtà? E' vero o non è vero che i sensi non ci illudono, ma è il pensiero che può essere fallace? E' vero o non è vero che la nostra esistenza come esseri dotati dei cinque sensi sono la condizione auto-evidente necessaria per poter provare se i nostri pensieri sono logici o fallaci?
Update 3:l’intero orizzone, come se fosse vicino, sopra la nostra testa. Infatti, se ci avvicinassimo al sole per vederlo proprio nella sua grandezza effettiva, bruceremmo istantaneamente per il suo calore, poiché anche il calore che riceviamo dal sole sulla terra non è il calore effettivo del sole alla sua superficie. I sensi umani, quindi, ci rivelano esattamente TUTTO a proposito di ciò che percepiamo: ci dicono che la grandezza e la temperatura del sole sono proporzionate alla distanza che esiste effettivamente tra noi e il sole. Ma noi dobbiamo SCOPRIRE queste proprietà e leggi perché non siamo onniscienti.
Update 5:Non ho ulteriore spazio per rispondere alle vostre risposte per le quali vi ringrazio molto. DrEvol
Update 7:Cartesio fece l'errore di poter provare l'esistenza sul fatto che pensiamo, quando l'esistenza è la condizione necessaria per poter pensare e quindi un'assioma che non ha bisogno di essere provato, anche se uno non pensa. Avrebbe dovuto dire "Sum ergo cogito." L'esistenza è auto-evidente; il pensare no.
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1)Penso che una delle prime critiche che gli furono mosse fosse corretta.
Se penso, allora sono si regge si un'implicazione materiale, nonchè sul principio di non contraddizione. Pertanto fino a che queste fondamenta non sono provate, non è provato nulla.
Descartes diceva di no, che il cogito non era un ragionamento ma una pura intuizione, ma a me questa posizione non mi ha mai convinto fino in fondo.
2)Ma al di là delle sottigliezza speculative sul primo punto, è naturalmente il procedimento successivo che, per quanto comprensibile se collocato storicamente, non può non lasciare perplessi. Perchè, in sostanza, Cartesio non si muoverebbe di molto dal penso dunque sono se non chiamasse Dio come garanzia di veridicità delle idee chiare e distinte.
E lo fa in sostanza riprendendo la vecchia ontologica di Sant'Anselmo, altro argomento che a me ha sempre lasciato piuttosto perplesso.
@drEvol
1)I sensi non ci illudono fino a che ci limitiamo a registrarli senza inferirne nulla. Io non mi posso illudere finchè dico "percepisco un tavolo". E' quando dico "percepisco un tavolo, dunque li vi è un tavolo, che posso illidermi
Quindi i sensi non sè non ci illudono, ma d'altronde i sensi in sè non ci dicono nulla.
2)Che la nostra esistenza esistenza come esseri dotati di sensi sia la condizione per provare se i pensieri sono logici, mi sentirei di escluderlo. la verità logica dipende dalla struttura formale dell'enunciato, e la verifica dei dati sensibili la si lascia ad altre scienze.
Per il logico l'implicazione formale "Se DrEvol fosse nato a Busto Arsizio, sarebbe alto sei metri" è, essendo l'antecedente falsa, vera, per questioni prettamente formali.
@Evol
1)I sensi mai dirti qualcosa sul mondo reale: lo deve fare la ragione, per inferenza
2)No, i sensi non dicono tutto: se vuoi approfondire, un testo abbastanza abbordabile è Van Hayeck, l'odrine sensoriale
Ad esempio: in natura un suono può variare di intensità senza che timbro e altezza ne siano modificati. nella percezione iol cambiamento di una variabile può influenzare le altre.
In sostanza i sensi non rispecchiano fedelmente la realtà.
So benissimo che l'ipotesi sulla tua nascita a Busto Arsizio non ha senso ma per il logico è, e sarà sempre, un'implicazione formale vera.Se discuti di regole logiche, penso tu ne debba tener conto
Penso e so di pensare.
Quindi esisto come ente pensante.
Non andiamo nel difficile.
Descartes non ha voluto, come io non voglio, dare risposte a domande irrispondibili, ma Cogito ergo sum ....è semplicemente una constatazione basica di esistenza.
Non di risposta.
Qui solo si comincia....
Ciao!
Ogni visione del mondo deve fare i conti con la nostra coscienza, ed è proprio questo che fece Cartesio !
Infatti distolse lo sguardo dal mondo esterno per portarlo alla coscienza. E fu proprio li che credette di scoprire la verità. Il suo pensiero segna il trionfo della ragione.
Che Cartesio si è servito di S. Anselmo per dimostrare l' esistenza di Dio e l'indubitabilità della materia è un fatto, ma va detto che all'inizio pone non l' esistenza di Dio ma l' esistenza evidente del cogito.
Il fatto di dimostrare l' esistenza di Dio mi pare quasi una convenienza, infatti lo usa e poi lo butta via...
Non so se mi sono fatto capire.
ciao DrEvol
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@ Certo, con il ragionamento di Cartesio in apparenza, con le sue idee innate, tutti possiamo dare prove...non so...per esempio che l' asino voli o che esista un qlc cosa solo perchè idea innata, ma non è cosi ! Basta riflettere sulle meditazioni Cartesiane...
Io prendere un numero X di filosofi di answer e direi loro di mettersi ognuno davanti a un albero con dei chiodi piantati e... di lanciarsi con la testa contro predetti alberi....
...e poi, dopo l'impatto, vorrei vedere se ce n'è uno solo di loro capace di affermare che i sensi sono illusori. Ciò che può illudere è proprio la mente che se non guidata dai sensi è capace di compiere voli pindarici che allontanano dalla realtà.
Ross afferma: " In pratica tu percepisci di avere dei sensi che percepiscono. L'origine quindi è la percezione in sè"....
ma in realtà è il sistema cervello-sensoriale (i sensi sono l'estensione del cervello) che percepisce e solo dopo la mente prende coscienza ed è in grado di elaborare cosa sia la percezione e il dolore dell'esempio-esperimento che ho sopra portato. La vera illusione nasce nel pensiero quando riesce a svincolarsi dai sensi ed è proprio in quel momento che svolazzando nel metafisico tutto può apparire falsato.
Ma.. siamo sicuri che sia più importante l'origine di un processo e non il risultato del processo stesso? io penso che tutto il processo sia importante e affermare che "io penso" non sia importante quanto dire "io penso e percepisco" e solo in quel momento "io so di essere", di conseguenza è il processo che conta veramente.
La supposizione da te citata di Cartesio relativamente ai sensi che falsano la grandezza del sole mi sembra di una inconsistenza abnorme e dovuta ad ignoranza scientifica in un periodo in cui la prospettiva non si sapeva neanche cosa fosse. Che l'occhio non sbaglia, oggi è facilmente dimostrabile con un comunissimo sensore a matrice per telecamere dove l'ottica riporta sul sensore la stessa immagine che vede l'occhio umano. Forse vorremmo dire che anche le distanze sono un'immaginazione della mente? se non esistessero l'universo sarebbe piatto e l'occhio comunque se ne accorgerebbe e non potrebbe più vedere il sole perché esso riempierebbe la scena.
Sarebbe auspicabile che la moderna filosofia fosse più realista e più scientifica.
Se vi sentite in grado di spogliare un libro da infrastrutture di contesti storici di limiti dialettici e ricavarne solo l' essenza, proporrei a tutti di scaricarvi e leggere " la coscienza dell' atomo ".
E' scaricabile gratuitamente: http://www.bailey.it/alice-bailey/La-Coscienza-del...
Il libro parte da un punto di vista che non mi pare usuale, ma può portare a ragionamenti che mi sono sembrati interessanti. Mi sembrano ragionamenti poggianti su una concretezza logico-matematica. Con tutti i limiti e la relatività delle parole stesse.
http://www.bailey.it/alice-bailey/La-Coscienza-del...
Ciao.
Penso che i dubbi saranno sempre più delle certezze...
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Allora secondo te la realtà è quella che perciamo attraverso i nostri sensi senza l'interferenza del pensiero?...
Io do del tu a tutti, anche ai medici ai i commessi, a tutti E tutti me lo danno, il rispetto non sta qui ! Sta in altre cose , a cui io sto molto attenta!A non violare !! ________________ @ Gold : Thanks !!!!!
concordo con Ross, pensiero e percezione non possono essere scissi.
"Ma la certezza non deriva, come ha detto Cartesion, dal fatto che siamo capaci di pensare. Ma dal fatto che siamo esseri muniti di sensi percettivi. Senza quelli, come potremmo pensare?"
Permettimi di dissentire, i sensi percettivi rappresentano essi stessi una percezione che pertanto può essere soggetta a un qualche tipo di illusione. In pratica tu percepisci di avere dei sensi che percepiscono. L'origine quindi è la percezione in sè.