domanda ispirata dai discorsi di u latte+?\lettere dall'inferno\attenti al prete (e dio sa come si chiamerà la prox volta^^) e delle risposte che ha ottenuto.
allora, ci sn due correnti:
1. se uno si fa male e si autodistrugge merita biasimo
2. se uno si fa male e si autodistrugge nn merita biasimo perchè soffre, ma meritano biasimo i poser perchè sminuiscono il problema.
premetto che parlo in linea teorica perchè io di sti poser del dolore non ne ho mai conosciuti.
il mio discorso è: scusate ma davvero si può essere poser del malessere?
certo uno può fare una cosa per esibizionismo, ma non è indice di un malessere diverso?
la superficialità non è una forma di disagio pari alle altre, visto che al mmoento opportuno vi fot.te?
detto ciò ad entrembe le correnti rispondo...
e se uno per negare le proprie necessità emotiva, qaulunque esse siano (farsi del male o esibire il dolore) ci perde la salute?
il malessere se c'è c'è.
se io lo nego esce in latre forme.
ragazzi io una volta ho visto i mobili della mia casa in maniera strana.
sapevo esattamente cosa fossero, ma li sentivo freddi, strani, come se fossero estranei.
sn stata malissim, e dopo un forte conato di vomito, stetti meglio (vabbè erano giorni che stavo male)
solo dopo anni ho capito che quell'episodio era qualcosa di preciso e si chiamava derealizzazione.
eppure non sono una che si taglia, non sono una che si esibisce...
ma parlare del proprio dolore oggi è considerata SEMPRE esibizione..
ho avuto un lungo periodo in cui ero dark, e lo ero siceramente, (vedasi tutte le MR sull'argomentno in culture e gruppi) conoscevo la cultura...
eppure se parlavo per metafore o cercavo di spiegare il significato simbolico che per me riveste la morte mi trattavano come una poser...
per contro i poser ci sono.
ma sono quelli che non soffrono, o sn quelli così confusi che non sanno come esprimere il loro dolore se non nella maniera più superficiale possibile?
io credo che il poser sia l'anticonformista al primo stadio.
il 99% diventa conformista vero... ma anche perchè nessuno li sostiene nella ricerca di se stessi.
non che essere poser sia bello, ma cavolo...
nelle culture esistono i poser, nel dolore non credo proprio, perchè il dolore non si può emulare.
a voi la vostra, scusate la lunghezza...
Update:@nino: ahhh? "apprezzano in molti le mie risposte"?... davvero???
[mandragora si scioglie come un gelato, è invasa da un'improvvisa on>Update 3:
sacerdotessa: fastidio NON è disprezzo! ^^ sn due gradi diversi, come il biasimo
Update 5:rebel diamondo: ho anticipato nella rispsota di fratty, da appoggiare a disprezzare ce ne passa... non è che o è zuppa o è pan bagnato eh...
Update 7:rebel: se "ti stanno antipatici" alzo le mani e ogni discorso è vano.
il mio era un appello sul non giudicare, posto su riflessioni...
ogni riflessione va a quel paese di fronte a scelte di simpatia-antipatia ^^
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ma ognuno non sarà pur libero di autolesionarsi quanto caxxo gli pare
sarà libero di essere quello che è
e se alla fine è un poser, non è altro che se stesso. O no?
allo stesso modo di chi si droga o si alcolizza
ovviamente nessun medico o persona di buon senso, potrebbe consigliare di spararsi eroina nelle vene, o una bottiglia di Pampero
cosa cambia se uno si spara una pera perchè è l'eroina che lo fa stare bene nonostante gli effetti disastrosi a livello fisico
cosa cambia se uno si spara na bottiglia di Gin perchè fa figo
se uno vuole distruggersi che lo faccia, a prescindere dalle motivazioni che portano quella persona a distruggersi
senza darne conto a nessuno
ognuno avrà i suoi buoni motivi per poter essere spinto a fare certe cose, motivi che possono essere palesati nella coscienza o nascosti nell'inconscio
p.s.
mi.n.chia ho letto cos'è la derealizzazione
credo di aver vissuto un episodio del genere
assurdo
e cmq si è un po trasceso
io quoto Zeus al 100%
non mi permetto mai di giudicare qualcuno se prima non passo nella stessa situazione,al massimo posso esprimere un'opinione ma non giudicare;innanzitutto chi sono io per criticare le scelte o i problemi degli altri?in secondo luogo preciso che in entrambi i casi si tratta di problemi,di disagi,quindi anzichè giudicare e disprezzare bisognerebbe cercare di capire o almeno intristirsi per loro e non disprezzarli.
soprattutto in questa sezione la gente dovrebbe sapere bene com'è dura sopportare il peso del disprezzo e dell'incomprensione per il proprio modo di essere che la gente(non tutti)non concepisce e non capisce e quindi sarebbe più consono cercare di capire anche le situazioni degli altri che soffrono per altre ragioni.
ognuno la sofferenza la vive a modo suo.
Perfettamente d'accordo con te e nene...chi si taglierebbe per farsi notare? Ma ragazzi stiamo scherzando?....mi spiace ma non ci credo
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mi trovo d'accordo anche con zeus...perchè dobbiamo sempre stare a giudicare? Anche se uno dovesse falo per mostrarsi risulterebbe uguale a chi spende 1000 euro per un paio di scarpe...che facciano pure
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A FRATTY: scusa ma continuo a non essere d'accordo...ma che si fa a gara per chi ha sofferto davvero e chi no?! Cioè se tu, non se se è il tuo caso, ma se tu hai sofferto veramente non puoi pensare che gli altri siano imitatori del tuo dolore...ma cosa ne sai? Chi sei tu per dire che il tuo è dolore e il loro no? Allora io ti porto un bambino del burundi e lui ti sputerà in faccia per il tuo dolore che troverà ridicolo....il dolore si relativizza in base all'ambiente circostante e a quello che si è provato fino a quel momento...come una 14enne si sente addolorata per una cotta...mi spiace ma non sono d'accordo
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cmq non sapevo cosa fosse la derealizzazione...molto istruttiva
io prenderei il discorso da un'altra prospettiva
è indubbio che dalle nostre discussioni nelle precedenti domande, la maggior parte delle persone pensa che effettivametne esistono poser del disagio.
ok
bon
adesso guardiamo oltre
PERCHE
ma per quale motivo dovrebbe esistere un poser del disagio?
che società è una nella quale chi vive un disagio è visto come "figo"?
ok, ho due teorie:
1: colui che vive un disagio viene visto e si vede a sua volta come uno che va contro corrente e viene preso per coraggioso e ribelle;
2: chi non riesce a competere con lo stress della società se ne tira fuori con la scusa del disagio e rinuncia a combattere, della serie "la volpe che non arriva all'uva dice che è acerba"
ma come vedi..... sia la società che vede il disagio uan figata che il tipo che si finge disagiato per abbandonarsi alla non-responsabilità ... sono due cose molto preoccupanti
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esattamente!
il disagio è anche quello!
Ciao Mandaragora, il discorso è complesso, spero di riuscire a comporlo con ordine. il desiderio di tagliarsi altro non è che il bisogno di portare all'esterno, in superficie un dolore che è interno, io credo che l' essere umano faccia ciò anche attraverso la malattia, la psoriasi è una di quelle che è perfetta per rientrare in quest'ottica, in chi pratica l' autolesionismo si sviluppa un bisogno compulsivo di attivare questo processo. altro è chi desidera essere commiserato imitando questo comportamento o altri, ma in ogni caso, tutto volto alla ricerca dell'altrui, compassione, non volta a ricercare aiuto ma solo compatimento.
entrambi i comportamenti scaturiscono da un disagio. e andrebbero affrontati in maniera differente.
io non provo disprezzo per queste persone, solo un po' di fastidio per la seconda categoria, ma fin qui neanch'io faccio del male a nessuno.
@si infatti intendevo proprio questo, per quanto un comportamento possa darci un pò fastidio, non credo sia opportuno trasformarlo in disprezzo, diverso è chi del male lo fà agli altri, volontariamente, allora li può nascere il biasimo, ma questo può essere accettabile.
no vabbè dai a volte sei pure più lunga XD (scherzo qui apprezzano in molti le tue risp)
cmq non so, il tema è delicato perchè reagiamo tutti n modo diverso; non ho scuole di pensiero, però quasi tutti hanno passato, specie nell'adolescenza, momenti no e di depressione; per esperienza personale so che più soffri meno lo dici finchè poi non trovi coraggio per reagire e uscire dal tuo isolamento; io ad esempio se prima soffrivo e mi biasimavo ora cerco di accettare la maggiorparte delle cose che non vanno, memore di quanto inutile sia stata la mia adolescenza solitaria durante la quale mi piangevo addosso,
non so che sono i poser ma se ti riferisci a chi si mostra lesionato per attirare attenzione al suo disagio, penso sia possibile che esista questa gente; certo la tragicità delle loro azioni nn può però farmi tacere buonisticamente il fatto che il suicidio o l'autolesione non siano strade ammirevoli o degne di lode e che è la scelta più errata e in un certo senso "vigliacca"
cmq per curiosità ricordo qui una diceria che vede molto spesso chi si riempe di piercing come persone che hanno inconsciamente carenza di affetto, non ci credo ( mi pare una gran minkiata) ma se così fosse forse ci può stare una somiglianza riguardo dolore e segnali di dolore impressi sul fisico
scusa la lunghezza
Argomento enormemente vasto, troppo forse per dare una risposta concreta, posso solo fare delle riflessioni.
Partendo dal presupposto che tutte le persone soffrono e per ciascuna il dolore viene vissuto in maniera diversa non si può generalizzare e dire se alcuni possono essere considerati poser (odio questi neologismi ma se no non ci capiamo).
Ostentare il proprio dolore ed usarlo in modo egocentrico per concentrare l'attenzione su di se da spesso fastidio alle altre persone perchè quando una persona è in difficoltà e si abbandona all'autocommiserazione è come se scaricasse i suoi problemi sugli altri.
Sono convinto che in molti casi questi comportamenti sono espressione di un disagio reale e sono convinto che ci sono casi di persone che per appartenere ad una certa cultura scelgano di vivere da depressi, cosa che non rispecchia la loro vera natura (mi sembra scontato che stiamo parlando soprattutto degli emo) che siano poser o no lo lascio stabilire da altri dato che non ho mai capito ne apprezzato le categorizzazioni.
In conclusione però vorrei dire che la felicità e il dolore NON sono il semplice prodotto delle cose belle e brutte che ci accadono in vita, la depressione è una malattia psicologica molto seria che ti porta a vivere un inferno anche se nella tua vita non c'è niente che non vada, la superficialità di chi dice che bisogna solo farsi coraggio e cercare di superare i momenti critici è pari solo all'ignoranza di chi pensa che fare i depressi sia una cosa divertente.
certo che esistono: sono quelli che amano farsi compatire e non fanno nulla per risollevarsi e cambiare
il dolore fa parte della vita ma se questo periodo diventa lungo, non si parla d' altro e si usa tutto per attirare l' attenzione dubito che sia una causa irrisolvibile
non sono categorico ma solo la morte di una persona (o animale) cara causa un malessere molto lungo. il resto si rimargina in fretta
è come quando si ha problemi con il cibo e lo si racconta a tutti (una mia amica disse che era anoressica anche in sede di esame!) è solo egocentrismo e voglia d farsi consolare senza dare nulla indietro
ciauz
concordo con nene...fingere una forma di disagio è solo una forma di disagio diversa..e non è affatto detto che sia meno grave
Il poser, per definizione, è quello che prende gli atteggiamenti di una cultura/sottocultura/movimento senza però comprendere quello che ci sia sotto.
Sostanzialmente è una persona che si mostra ma che non è.
L'egocentrismo ha delle cause, forse è anch'esso un disagio (ma non credo, l'egocentrismo e il bisogno di attenzione sono cose diverse che esprimono concetti simili ma non uguali), ma la cosa che mi scoccia è: perchè sfruttare il dolore altrui per farti notare?
Ho avuto un paio di esempi lampanti, nella mia vita, di poser del genere. Persone che avevano senz'ombra di dubbio bisogno di attenzioni e avevano mancanze, ma perchè poi quando uno andava a tentare di aiutarli loro facevano finta di niente e non cambiavano assolutamente niente del loro comportamento?
Un conto è uno che soffre e chiede aiuto, magari non nascondendo i tagli che si procura. Un altro è uno che lo fa solo per avere attenzione e, quando quella gli viene data in maniera costruttiva, il primo la ignora per andare a rincorrere altri che lo compatiscano.
Boh, qua sto delirando e non riesco manco più a seguire il filo del mio stesso discorso, senza contare che dovrei andare a studiare invece che passare il mio tempo qui :P
Comunque, la mia filosofia di vita con questo genere di persone è: "va bene, io ti aiuto e ti sostengo, per un po'. Se vedo che non cambia niente o tu non hai la minima intenzione di smuoverti dalla tua situazione di disagio, beh evidentemente non hai bisogno di me"
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Inquietante la derealizzazione... non credo di aver vissuto mai un'esperienza così tanto vivida, devo dire.
Comunque, in sostanza, i poser mi danno fastidio perchè spesso arrivano a ridicolizzare quelli che imitano.
Se uno ha delle cicatrici perchè ha tentato veramente il suicidio e l'hanno salvato per miracolo, e un altro gli fa vedere un taglietto che si è fatto solo perchè il padre gli ha detto magari "no tu stasera non esci"...come pensi che si senta il primo?
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Ragazzi, sto dicendo che c'è gente che ci marcia, su questo; per tutto il resto, mi state tirando fuori una posizione più estremista rispetto a quello che penso veramente. L'egocentrismo è sicuramente un disagio (anche se non l'avevo mai visto in questi termini), ma secondo me l'unica cosa sensata per aiutare una persona del genere è non dargli eccessiva attenzione, semmai mostrare la via per uscire dai problemi, ma fargli capire anche che non può sempre basarsi sugli altri, anche perchè una persona egocentrica, beh la gente prima o poi si stufa ad andagli dietro. L'unica cosa è mostrargli gli strumenti per vivere la propria vita anche da sola.
Riguardo al disagio vero e proprio, vi posso raccontare di uno dei casi di cui dicevo sopra. Avevo un'amica con una famiglia un po' disastrata (ma ce ne sono di peggio in giro), con la madre molto asfissiante. Siccome lei non si è mai impegnata in niente di quello che fa, i genitori le avevano detto che le avrebbero pagato l'università , ma solo i primi 3 anni, poi sennò si trovava un lavoro.
Lei andava dai professori a piangere, raccontando quello che le succedeva in casa e anche balle in maniera che la aiutassero a passare gli esami. Durante il trimestre di lezione non apriva libro, preferendo passare il suo tempo a giocare coi videogiochi o perderlo in altra maniera; poi andava dai professori e piagnucolava, ed è riuscita pure a passare qualche esame in questa maniera.
Questo è un esempio di una persona in una situazione di disagio a cui però evidentemente la situazione di disagio faceva comodo dato che preferiva perdere tempo piuttosto che trovarsi un lavoro o sbrigarsi a finire l'università per uscire dalla situazione di disagio in cui stava.
Potrei raccontarvi di altre persone del genere che ho conosciuto (ma sarei troppo prolisso), è ovvio che ognuno poi soffre a modo suo, però c'è gente che poi sopra ci marcia perchè gli fa comodo (per ottenere buoni voti, appoggio economico, o semplicemente perchè non vuole affrontare i propri problemi, conosco anche gente che ha 30 anni sta ancora a casa dai genitori, si vittimizza ma poi non vuole fare un tubo della sua vita).
E comunque non ho mai detto che chi si autodistrugge merita biasimo. Per quanto io a volte sia autodistruttivo con me stesso, perchè mi odio, e mi odi per il mio essere autodistruttivo.